LA TIROIDE: UNA PICCOLA FARFALLA
Che cos’è e perché è importante la tiroide?
La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla, posta alla base del collo, che riveste un ruolo importante nello svolgimento di molte funzioni vitali dell’organismo.
In particolare, la tiroide produce gli ormoni che controllano il metabolismo, sia stimolando i tessuti a produrre proteine, che aumentando la quantità di ossigeno utilizzato dalle cellule.
Oltre alla velocità del metabolismo, gli ormoni tiroidei regolano altre importanti funzioni come la respirazione, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la crescita corporea, la fertilità e la digestione.
Oltre agli ormoni tiroidei la tiroide produce anche l’ormone calcitonina, importante per la fissazione del calcio nelle ossa, e quindi per il mantenimento della massa ossea.
COME FUNZIONA LA TIROIDE?
L’attività della tiroide è connessa a quella di altre due ghiandole, situate alla base del cervello: l’ipofisi e l’ipotalamo.
L’ipotalamo secerne l’ormone di rilascio della tireotropina, che stimola la produzione da parte dell’ipofisi dell’ormone tireostimolante TSH, in base alle necessità dell’organismo.
L’ipofisi riduce o aumenta il rilascio di TSH, responsabile della funzione tiroidea, in base all’aumento o alla riduzione dei livelli di ormoni tiroidei in circolo nel sangue.
IPER O IPOTIROIDISMO
Un eccessivo o insufficiente lavoro da parte della tiroide dà luogo a due condizioni opposte: ipertiroidismo e ipotiroidismo.
Nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso, battito cardiaco rapido o irregolare sono segnali che la tiroide produce troppi ormoni tiroidei.
Tra le cause più comuni di questo, il morbo di Basedow-Graves, una malattia autoimmune che può colpire a qualsiasi età.
Lo scarso livello di ormoni tiroidei provoca invece l’insorgenza di sintomi come affaticamento, secchezza della pelle, scarsa tolleranza al freddo, debolezza muscolare, aumento di peso, calo del tono dell’umore, aumento dei livelli di colesterolo.
L’ipotiroidismo è molto frequente tra le donne, e spesso insorge in maniera lenta e subdola, con manifestazioni difficili da riconoscere.
Può tuttavia interferire con il ciclo mestruale e con la fertilità; a volte le difficoltà di concepimento o le irregolarità del ciclo sono segnali che conducono alla diagnosi di ipotiroidismo.
Sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo possono causare la comparsa del gozzo, ossia l’aumento di volume della ghiandola tiroidea; può essere costituito da una singola area della tiroide, da più aree o da un aumento diffuso di tutta la ghiandola, ed essere o meno accompagnato da alterazione della funzionalità della tiroide.
DIAGNOSI E CURA
Per la diagnosi dei disturbi della tiroide è sufficiente un prelievo di sangue; dopo aver stabilito l’eventuale presenza di ipotiroidismo o ipertiroidismo, lo specialista endocrinologo prescriverà le opportune terapie.
La terapia per l’ipotiroidismo comporta l’assunzione quotidiana, per bocca e a stomaco completamente vuoto, della levotiroxina in modo da riportare alla norma il livello dell’ormone.
Si tratta di una terapia sostitutiva che, una volta iniziata, dovrà essere continuata per tutta la vita.
Le donne che già sono in terapia per l’ipotiroidismo prima della gravidanza, dovranno gradualmente aumentare la dose in funzione dell’aumento di peso.
Per curare l’ipertiroidismo può essere invece necessario bloccare completamente il funzionamento della tiroide, chirurgicamente o con farmaci specifici.
DA RICORDARE
Alcuni fattori, prevenibili e non, possono aumentare il rischio di sviluppare un mal funzionamento della tiroide.
Tra questi:
- appartenenza al genere femminile. Le donne hanno una probabilità superiore di sviluppare una disfunzione della tiroide rispetto agli uomini;
- età superiore ai 50 anni;
- familiarità;
- fumo: fumatori ed ex fumatori hanno un rischio maggiore di sviluppare una disfunzione tiroidea di natura autoimmune;
- assunzione di alcuni farmaci (es. Sali di litio, chemioterapici).
POCO SALE MA IODATO
Per poter produrre gli ormoni tiroidei, la tiroide necessita di iodio, che viene introdotto attraverso l’acqua e l’alimentazione.
Apporti inadeguati di iodio possono influire negativamente sulla funzionalità della tiroide, con aumento del rischio di ipotiroidismo e ipertiroidismo e della di formazione di noduli.
Per supportare il corretto funzionamento della tiroide è necessario quindi assumere la giusta quantità di iodio; da qui la raccomandazione di utilizzare sale iodato, facilmente reperibile in commercio, invece del comune sale da cucina. Ma sempre in quantità molto limitate.
Il fabbisogno di iodio aumenta durante la gravidanza e il funzionamento della tiroide deve essere tenuto sotto controllo. Una carenza di ormoni tiroidei, infatti, potrebbe causare danni e gravi conseguenze allo sviluppo intellettivo del bambino.
Lo iodio è contenuto anche nel pesce e nei crostacei, nei fagioli, negli spinaci e, in misura minore, nelle uova e nei latticini.
Occorre ricordare che lo iodio deve essere introdotto con la dieta, e non è sufficiente “respirarlo”, per esempio al mare.
TIROIDITE DI HASHIMOTO
Nella maggior parte dei casi, l’ipotiroidismo è dovuto a insufficienza di iodio oppure a una malattia autoimmune denominata tiroidite di Hashimoto per cui il sistema immunitario, attraverso la creazione di anticorpi, attacca le cellule della tiroide distruggendole e inattivandola progressivamente.
Si stima che in Italia sei milioni di persone soffrano di ipotiroidismo, e che in una percentuale non trascurabile di casi questa condizione non sia diagnosticata.
di Stefania Cifani