PREDIABETE E DIABETE - Mia Farmacia
Prevenzione 22 Novembre 2022

PREDIABETE E DIABETE

I benefici dell’attività fisica e un aiuto dalla natura per ridurre l’assorbimento degli zuccheri

 

Si stima che oggi nel mondo siano circa 422 milioni le persone affette da diabete mellito, patologia che sarebbe, peraltro, in costante aumento, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

Il diabete mellito può essere di tipo 1 e 2.

Il diabete di tipo 1 insorge in particolar modo durante la giovane età e la sua terapia contempla la somministrazione d’insulina, mentre il tipo 2 compare di solito in età adulta e il suo trattamento farmacologico consiste generalmente nella prescrizione di ipoglicemizzanti orali e, nei casi più severi, di insulina.

Un’individuazione precoce di livelli alterati della glicemia, un’alimentazione corretta e un’adeguata attività fisica sono alla base della prevenzione di questa patologia che colpisce oggi oltre 3 milioni di italiani, con conseguenti elevati tassi di mortalità, disabilità e ospedalizzazione.

Una particolare condizione da tenere d’occhio, monitorando la glicemia, è il cosiddetto prediabete, caratterizzato da un livello di zucchero nel sangue che è più alto del normale, ma non abbastanza significativo da poter diagnosticare uno stato di diabete.

Il passaggio da prediabete a diabete non è tuttavia inevitabile.

Una sua precoce individuazione e un trattamento comportamentale e dietetico specifico possono far ritornare l’organismo a una condizione di salute, riportando i livelli di zucchero ematico alla normalità.

I BENEFICI DELL’ATTIVITÀ FISICA

Secondo le recenti linee guida, stilate dalla Società italiana di diabetologia e dall’Associazione dei medici diabetologi, approvate dall’Istituto superiore della sanità nel 2021, la terapia del diabete mellito di tipo 2 comprende un regolare esercizio fisico.

Diversi studi epidemiologici nazionali e internazionali hanno, infatti, mostrato effetti favorevoli dell’attività fisica su diversi parametri nelle persone con diabete di tipo 2, compresa la riduzione dell’emoglobina glicata.

Quest’ultimo è un indice ematico che consente la diagnosi di diabete, in presenza di un sospetto, o il controllo dell’adeguatezza terapeutica nel caso di malattia conclamata.

L’esercizio fisico si dimostra importante non solo come coadiuvante del trattamento del diabete, ma anche come strategia preventiva, poiché rappresenta, insieme a una dieta adeguata, il modo migliore di combattere il sovrappeso, uno tra i principali fattori di rischio di questa patologia metabolica.

In particolare, a scopo preventivo si consiglia di iniziare con piccole dosi di attività fisica che poi verranno aumentate gradualmente sia nell’intensità che nella durata.

È bene sottolineare, a tal proposito, che svolgere anche una limitata attività fisica apporta comunque benefici alla salute rispetto all’inattività, poiché consente lo sviluppo di una massa muscolare tonica che, a livello metabolico, è in grado di ridurre la glicemia e l’emoglobina glicata.

UN AIUTO DALLA NATURA

Sono note in ambito fitoterapico alcune piante officinali, capaci di modulare la glicemia.

I loro estratti, presenti sotto forma di compresse, polveri solubili in acqua o gocce, sono volti principalmente a ridurre l’assorbimento degli zuccheri a livello dell’intestino e nel migliorare la sensibilità all’insulina.

Vediamo insieme quali sono i rimedi fitoterapici che possono risultare utili nell’ambito di una dieta specifica, volta alla riduzione dei livelli glicemici lievemente alterati.

GYMNEMA

Nei paesi asiatici è soprannominata gur-mar, ossia “distruttore di zuccheri”.

Si tratta della gymnema (Gymnema sylvestre R.Br.), antica pianta medicinale originaria dell’India e dell’Africa tropicale.

Di questo arbusto rampicante, ampiamente utilizzato nella medicina ayurvedica, si impiegano le foglie cui si attribuiscono proprietà ipoglicemizzanti.

Uno tra i meccanismi d’azione consiste nella capacità dei suoi principi attivi di occupare i siti intestinali, deputati all’assorbimento del glucosio.

Anche una riduzione e ritardata digestione dei carboidrati viene proposto come possibile meccanismo d’azione ipoglicemizzante.

La gymnema si dimostra, inoltre, capace di ridurre il desiderio di alimenti zuccherati, poiché a contatto con la lingua è in grado di ridurre percezione del gusto dolce.

L’estratto fitoterapico di gymnema, alle dosi suggerite, non presenta particolari effetti tossici e collaterali.

Tuttavia è sconsigliato nei bambini, durante la gravidanza e l’allattamento, e in coloro che assumono farmaci ipoglicemizzanti, per il possibile rischio di sommazione dei loro effetti.

La sua assunzione deve avvenire almeno 15-20 minuti prima dei pasti principali, per ottenere la riduzione dell’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale.

CANNELLA

La cannella (Cinammomum zeylanicum Blume) è un albero sempreverde originario del sud-est asiatico.

Nota già agli antichi Egizi che la utilizzavano nelle cerimonie di imbalsamazione, la corteccia di cannella ricca di olio essenziale, di acido cinnamico, proantocianidine, mucillagini, mannitolo e amido, è stata diffusamente studiata per le sue proprietà ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti.

Secondo recenti studi, l’estratto di cannella può, infatti, ridurre la glicemia a digiuno e i livelli di emoglobina glicata nei soggetti con valori lievemente alterati.

Gli estratti della cannella sono, inoltre, in grado di aumentare la sensibilità all’insulina e la secrezione della stessa a livello pancreatico.

Tra i meccanismi d’azione si suppone ci sia una capacità dell’acido cinnamico, un costituente abbondante del fitocomplesso della cannella, di stimolare la secrezione fisiologica dell’insulina, indotta dal glucosio nelle cellule pancreatiche.

Generalmente privi di effetti collaterali, alle dosi suggerite, gli estratti di cannella sono sconsigliati in gravidanza, durante l’allattamento, nei bambini e in coloro che assumono farmaci ipoglicemizzanti, per una possibile somma degli effetti a livello glicemico.

È bene sottolineare a questo punto che i rimedi fitoterapici non si sostituiscono in alcun modo alle terapie farmacologiche, prescritte dal medico, e, pertanto, le autocure sono fortemente sconsigliate, in caso di disturbo conclamato.

Ricorrere a questa strategia naturale richiede sempre la supervisione di uno specialista del settore.

Quindi, prima di ricorrervi, se sospettate di avere un disturbo metabolico, chiedete sempre consiglio al vostro farmacista di fiducia o al medico di medicina generale.

LO SCREENING IN FARMACIA

Monitorare la glicemia, nel caso siano presenti fattori di rischio come la famigliarità nei confronti del diabete, il sovrappeso, specie quello addominale, l’ipertensione e l’iperlipidemia, rappresenta il primo intervento contro una malattia la cui diagnosi precoce consente di evitare i pericolosi danni ad essa associati.

Per fare ciò è possibile anche agire in autonomia mediante un semplice test glicemico, da effettuare in farmacia.

I vantaggi dello screening dei valori metabolici in farmacia consistono nella rapidità con cui è possibile effettuarli e nell’attendibilità dei loro risultati.

Il test consiste nel prelievo di una goccia di sangue capillare, mediante una piccola puntura del polpastrello.

Una striscia reattiva, posta in uno strumento denominato glucometro, viene bagnata con il sangue, consentendo dopo pochi secondi di leggere su un display i valori del glucosio nel sangue.

L’esame deve essere svolto la mattina a digiuno, fatta eccezione per richieste specifiche del medico curante.

Il valore normale a digiuno (ossia dopo almeno otto ore dall’ultimo pasto) è compreso tra 70 e 100 mg/dl, mentre se la glicemia determinata in condizioni di tranquillità si attesta su valori superiori a 126 mg/dl in almeno due occasioni è, allora, possibile fare diagnosi di diabete mellito.

di Barbara Ricciardi

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